Sicilia, dipendenti pubblici chiedono differenze retributive e contributive – VIDEO
Sono centinaia i dipendenti pubblici che svolgono mansioni superiori rispetto quelle per le quali sono stati assunti.
Infatti, sempre con maggiore frequenza, dipendenti della Regione siciliana richiedono un intervento ai sindacati affinché vengano adeguate le mansioni svolte di fatto, sotto il profilo contrattuale. Tuttavia, anche per comprensibili motivi, le soluzioni conciliative proposte nel tempo hanno avuto esito negativo, così L’UGL ha dato inizio ad una tutela a 360 gradi del lavoratore in sede giudiziaria.
Ciò, non è accettabile neppure sotto il profilo costituzionale, tanto è vero che la Costituzione sancisce il diritto del lavoratore ad ottenere la giusta retribuzione in base alla qualità e quantità del lavoro svolto.
Nei casi esaminati, già posti al vaglio dei tribunali siciliani, i lavoratori hanno, talvolta, ordini di servizio che disciplinano le mansioni superiori. In altri casi succede che lavoratori di fascia B svolgano mansioni di fascia C o D, oppure che lavoratori di fascia A svolgano mansioni inquadrabili in fascia C.
I diritti di costoro si concretizzano con l’ottenimento delle differenze retributive e contributive, nonché con l’inquadramento della fascia di reale appartenenza. Per quest’ultimo caso la posizione della giurisprudenza non è così lineare, mentre per la liquidazione delle giuste spettanze è pacifico l’orientamento che riconosce ogni diritto.
Anche i lavoratori in quiescenza possono richiedere le differenze retributive entro 5 anni dalla cessazione del rapporto di lavoro.
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